giovedì 17 marzo 2022

Il Grande Attore parlerà sul grande schermo anche nelle Camere del Parlamento italiano

Vedi precedenti sul presidente ucraino Zelensky [qui] e sull'epifenomeno della guerra mediatica unidirezionale che sta raggiungendo livelli mai visti se non con la narrazione pandemica che ha subito di riflesso una brusca interruzione, mentre (in Italia) non si interrompono le restrizioni [qui].
Cito un centrato commento di Gianni Morcellini : "I discorsi del presidente ucraino Zelensky sono costruiti in maniera estremamente attenta rispetto all’audience cui si rivolge. Parlando agli Stati Uniti ha evocato l’11 settembre, parlando al Bundestag tedesco ha evocato il muro di Berlino." GPC Insomma, un gran paraculo che spera di tirare fuori un ragno da un buco con le mani degli altri. Peccato l'alta velenosità del ragno.
E ora il Grande Attore parlerà sul grande schermo anche nelle Camere del Parlamento italiano, il prossimo 22 marzo. Stiamo scivolando nel nulla, ma nessuno lo dice.
Riporto di seguito il commento Pierluigi Fagan, stralciato da un suo articolo:
...Chiunque abbia avuto esperienze di marketing e pubblicità non potrà non notare come tutta la narrazione Zelensky ricalchi in tutta evidenza una chiara strategia. Forse questa affermazione risulterà infondata ai più, ma io ho lavorato in quel campo per due decenni e passa, diciamo ad alti livelli, con una specializzazione professionale specifica proprio in strategie di marketing e comunicazione. Non c’è alcuna possibilità possiate sostenere il contrario, credetemi, la mia non è una convinzione politica è meramente una constatazione tecnica. 
Zelensky è il testimonial (bravissimo) di una strategia di comunicazione (abilissima e molto professionale) che presuppone un abilissimo team che ne cura immagine e testi, team ovviamente non ucraino. Ma è anche un PR con un altro team che gli apre porte di parlamenti, interventi nelle piazze pacifiste, interviste, servizi copertina e da ultimo anche merchandising e tutto il noto sistema che accompagna il format “rivoluzioni colorate”. 
E chi lo dirige gestisce anche le sue relazioni internazionali, l’amicizia con i Trimarium(1) in funzione anti-UE, gli attacchi a Germania e qualche volta Israele, l’ambiguo rapporto con la Turchia che sta nella NATO tanto quanto si bilancia con la Russia e molto altro. 
Ogni giorno concede qualcosa facendo respirare gli animi pacifisti e ragionevoli, un minuto dopo fa marcia indietro. Ogni giorno alza la posta paranoica contro l’inumanità russa (che è per molti versi obiettiva), poi chiede più armi. 
Ogni giorno noi non abbiamo alcuna informazione terza sui teatri di guerra, ma abbiamo cori di esperti che fanno sperare: “i russi sono impantanati”, “i russi cedono psicologicamente”, “i russi stanno preparando attacchi biochimici ed atomici (quando queste sono pari accuse fatte dai russi nei loro confronti). Non vediamo i militari russi, non vediamo i militari ucraini, vediamo solo immagini ucraine e sentiamo solo comunicati ucraini. 
Ogni giorno gli europei vanno incontro a questo tsunami emotivo terrorizzante spinti da dirette h24 gestite da professionisti della comunicazione che non hanno mai un dubbio, un’alzata di sopracciglio, un possibile ricordo del necessario bilanciamento quando si stratta di comunicazione di guerra. 
Così i popoli, così i loro intellettuali principali, così i partiti annichiliti. Granelli di sabbia in questa abbondante vasellina sono subito coperti di ignominia ed ostracizzati.
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1. L’Iniziativa dei tre mari (3SI) coinvolge dodici Paesi dell’Europa centrale e dell’est in un progetto di investimenti in termini di sviluppo economico, energetico e infrastrutturale. A beneficiarne sarà l’intera Unione, ma anche gli Stati Uniti potrebbero approfittarne in chiave anti-russa e anti-cinese

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