lunedì 8 novembre 2021

Joseph Ratzinger, dal recinto di Pietro, ricorda Damaskinos, costruttore di ponti tra Oriente e Occidente

Si allunga il nutrito elenco delle esternazioni di Ratzinger/Benedetto, che rompono il suo prospettato silenzio dal 'recinto di Pietro'. Qui l'indice dei precedenti interventi di Joseph Ratzinger dopo l'abdicazione.
Ratzinger dimostra di conoscere bene la realtà e gli eventi. E mostra anche la sensibilità e la lucidità del coinvolgimento. Strano che non abbia voluto o avuto o trovato il modo di dire la sua sia pure indirettamente sulla brutale vanificazione del Summorum, suo indiscusso capolavoro, pur con tutte le osservazioni note... Penso però che sarebbe scontro frontale e non è nella sua indole... anche durante il pontificato ha incassato molti colpi senza reagire. Inoltre credo che il clima peronista da più parti denunciato costituisca un ostacolo non da poco... Ma in questo caso c'è in ballo la salus animarum che quasi nessuno (se non i nostri pastori di riferimento) nomina più...

Benedetto - Ortodossi
(con Bartolomeo, il più 'ecumenico')
Leggo su Vatican News la notizia che Benedetto XVI ha inviato un suo breve saluto, letto nel corso della commemorazione promossa dall'Università di Friburgo a dieci anni dalla morte di Damaskinos Papandreou, dal 1982 al 2003 primo metropolita del Patriarcato ecumenico della Svizzera, nel decimo anniversario della morte (5 novembre 2011).  
L'evento si è svolto presso la Facoltà di teologia dell'Università di Friburgo. Per quest'occasione Benedetto XVI ha inviato un breve ma intenso saluto. 
"È stato un particolarissimo dono della Provvidenza il fatto che poco tempo dopo il mio inizio a Bonn (1959) siano arrivati due archimandriti ortodossi, venuti per studiare teologia alle due facoltà teologiche, la cattolica e l’evangelica. Un evento nuovo e inatteso perché non era mai accaduto che studenti ortodossi venissero a studiare in facoltà cattoliche: infatti, fino ad allora studiavano solamente presso le facoltà evangeliche o alla facoltà cosiddetta “cristiano-cattolica” (= veterocattolica) di Berna".
Nel ricordare l'amicizia nata tra loro, Ratzinger specifica
"Purtroppo, l’amico Stylianos Harkianakis – che divenne poi metropolita di Australia – assunse una posizione rigorosa, che ha fatto raffreddare la nostra amicizia. Quella con il metropolita Damaskinos Papandreou è invece cresciuta, e con essa la tristezza per la sua morte prematura. Ma il frutto di una relazione interiore viva con l’ortodossia è rimasto e continua a crescere nell’amicizia che mi lega sempre più al Patriarca ecumenico”. [...]
Al di là dei sentimenti personali di amicizia, che sono insindacabili, richiamo alla vostra attenzione una riflessione in tempo reale : Papato e sinodalità e/o conciliarità [qui] sugli esiti di relazioni ecumeniche senza orientamento al reditus [qui], che non nascono con Bergoglio ma vengono da lontano...
Stralcio il punto essenziale dall'ultimo link: 
Nell’Unitatis redintegratio l’Instructio del 1949 non è mai citata e non lo è neppure il vocabolo ritorno (reditus). Dunque alla reversione è subentrata la conversione. Afferma in proposito Romano Amerio: «Le confessioni cristiane, compresa la cattolica, non devono volgersi l’una all’altra, ma tutte insieme gravitare verso il Cristo totale che trovasi fuori di esse (non più nella Chiesa cattolica, quindi) e in cui esse devono convergere».(Romano Amerio, Iota unum, Lindau 2009, pag. 492) 
Ne consegue il cambiamento dottrinale: la Chiesa di Roma non è più il fondamento e il centro dell’unità cristiana e la vita storica della Chiesa, che è la persona collettiva di Cristo, converge intorno a più centri (le varie confessioni cristiane) il cui centro più profondo sussiste al fuori di ciascuna di esse; il cambiamento implica che i separati non devono muovere verso il centro immobile che è la Chiesa guidata da Pietro. L'unità quindi non è più considerata già nella storia e cade la necessità di rifarsi ad essa escludendo a priori qualunque pluralismo paritario. Viene meno quindi la - cito ancora Amerio - «riaffermazione della trascendenza del Cristianesimo il cui principio, che è Cristo, è un principio teandrico vicariato storicamente dal ministero di Pietro».

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