domenica 13 febbraio 2022

Cardinale Müller: “Per i fedeli cattolici è un tempo di tribolazione e terrore psicologico”

Riprendo da Duc in altum un articolo di Edward Pentin con alcune importanti nuove dichiarazioni del cardinale Gerhard Müller su ciò che sta succedendo nella Chiesa in Germania. Precedenti qui. Richiamo l'attenzione sulla mia nota in calce.

I fedeli cattolici stanno affrontando un periodo di persecuzioni, tribolazioni e “terrore psicologico”, una prova senza precedenti perché proviene dall’interno dei loro stessi Paesi di antica tradizione cristiana. È quanto afferma il cardinale Gerhard Müller nl corso di un’intervista esclusiva, durante la quale lancia una forte accusa allo stato della Chiesa in Germania e alla cosiddetta “via sinodale”, un controverso processo di riforma pluriennale nato dalla crisi degli abusi sessuali da parte del clero.
Il prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede afferma che questi attacchi provengono da parti “secolarizzate” della Chiesa e si verificano frequentemente nei luoghi di lavoro o nelle scuole.

Ora, osserva il cardinale Müller, siamo in un “tempo di tribolazione e terrore psicologico” e i cattolici ortodossi sono “perseguitati; e in alcuni paesi tutto ciò sta culminando nel martirio”. “Di solito l’attacco viene dall’esterno, ma ora, nei nostri paesi di antica tradizione cristiana, arriva dall’interno. È una situazione nuova”.

Le parole del cardinale sono arrivate alla conclusione di una riunione plenaria del “Cammino sinodale” tedesco lo scorso fine settimana.

In quella riunione i partecipanti hanno votato a favore di una serie di iniziative che includono la benedizione dell’unione tra persone dello stesso sesso, modifiche al Catechismo sull’omosessualità, l’ordinazione sacerdotale, il celibato sacerdotale (da rendere facoltativo nella Chiesa latina) e il coinvolgimento dei laici nell’elezione di nuovi vescovi.

I commenti del cardinale fanno seguito anche a una serie di dichiarazioni controverse arrivate nelle ultime settimane da prelati tedeschi e di altri paesi europei. Tra questi, il cardinale Reinhard Marx di Monaco, che il 3 febbraio ha affermato che i sacerdoti dovrebbero potersi sposare “non solo per motivi sessuali”, ma per “non essere così soli”, e il cardinale Jean-Claude Hollerich di Lussemburgo, secondo il quale l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità è “falso” e necessita di una revisione.

Il mese scorso più di centoventi dipendenti omosessuali della Chiesa in Germania hanno chiesto la benedizione delle unioni omosessuali e un cambiamento nelle regole del lavoro nelle istituzioni ecclesiali, un’iniziativa accolta favorevolmente dalla Conferenza episcopale tedesca.

“Popolo secolarizzato”
Il cardinale Müller, 74 anni, vescovo di Ratisbona, in Germania, dal 2002 al 2012, sostiene che molti di coloro che promuovono tali opinioni dissenzienti sono “persone secolarizzate” che “vogliono mantenere il nome ‘cattolico’, rimanere nell’istituzione e prendere il denaro, ma non accettano l’insegnamento della parola di Dio”.

“Mantengono i loro titoli di cardinali, vescovi, professori di teologia, ma relativizzano la fede cattolica e in realtà non credono a quello che dice la Chiesa”. Si tratta di “materialisti” che fondano il loro pensiero non nella fede nella creazione e nella Rivelazione, ma nelle pseudo-scienze.

Allo stesso modo, l’agenda “Lgbt” che molti di loro supportano “è totalmente fuorviante perché la sua mitologia neo-gnostica è del tutto contraria alla natura umana, in senso non solo biologico ma anche filosofico”.

Il cardinale Müller – prefetto della Cdf dal 2012 al 2017 – avverte che la benedizione delle coppie omosessuali promossa dai vescovi tedeschi è “assolutamente una bestemmia” perché è una “negazione della costituzione dell’essere umano come uomo e donna, e in quel caso non ci può essere alcuna benedizione”. Inoltre il cardinale denuncia l’idea, proposta da alcuni nella Chiesa tedesca, che i preti dovrebbero avere rapporti sessuali con le donne in modo che “non prendano i ragazzi”.

Sostenendo l’insegnamento dei precedenti papi, il cardinale esclude fermamente l’ipotesi di un diaconato femminile, perché “il diaconato sacramentale è un grado di un triplice ordine indivisibile che secondo la tradizione apostolica permanente non può essere trasferito alle donne”.

Eppure, tutto questo è “ciò per cui stanno votando” nel “cammino sinodale” tedesco: riferimento al voto del 4 febbraio da parte dei membri dell’assemblea sinodale tedesca a favore dell’ordinazione delle donne, anche se “non possono votare contro la verità rivelata e la sua definizione infallibile da parte del magistero ecclesiale”.

Più in generale, il cardinale Müller mette in guardia contro gli attacchi ai sacramenti, in particolare il Santissimo Sacramento e gli ordini sacri.

“Non pochi – osserva – negano il carattere sacrificale dell’Eucaristia e la presenza reale. Il ruolo del sacerdote e la sostanza della fede sono in pericolo”.

Secondo il cardinale coloro che spingono per questi cambiamenti non hanno “comprensione soprannaturale” e ciò che chiedono è un “grande movimento anti-Vaticano II” che vada contro Lumen gentium, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, e il decreto conciliare sul ministero e la vita dei sacerdoti, Presbyterorum ordinis, circa la dignità della “vocazione e del servizio sacerdotale nella comprensione del celibato sacerdotale“. [1]

Sacerdozio di assistente sociale
Queste sono le stesse persone, dice il cardinale, che vogliono “distruggere il sacerdozio sacramentale, in primo luogo ponendosi contro il celibato e poi negando l’istituzione soprannaturale di questo sacramento”. Vorrebbero relativizzare il sacerdozio sacramentale, in modo che ciò che resti sia un “assistente sociale”, con l’identità del sacerdote “svuotata” e vulnerabile alla rottura. Non a caso il 4 febbraio il “Cammino sinodale” tedesco ha appoggiato un appello per allentare l’obbligo del celibato per i sacerdoti nella Chiesa latina, sollecitando che l’argomento venga affrontato in un futuro Concilio ecumenico.

I leader della Chiesa e i laici cattolici che sostengono queste opinioni anticattoliche – dice il cardinale Müller – non credono più nel Giudizio universale. “Per loro Dio deve giustificarsi”. Ma verso di loro il giudizio sarà più severo, dato che hanno apostatato. “In quanto apostata, quella persona ha più sensi di colpa di qualcuno che non ha mai sentito parlare della fede cattolica”.

Questi dissidenti non criticano la decadenza del mondo, né osano mai dire che “l’aborto è un omicidio di bambini”, perché “sarebbero brutalmente attaccati”. Invece, si concentrano sull’abuso sessuale dei bambini, ma lo sfruttano per portare avanti la propria agenda, senza esaminare le cause o insistere sull’ordinazione di sacerdoti che possano vivere nell’astinenza. “Dicono che si vergognano degli abusi sessuali, ma non dicono quale danno è stato inflitto alle anime di coloro che sono stati maltrattati e di chi abusa, né parlano del danno causato al Corpo di Cristo. Stanno strumentalizzando gli esseri umani; non hanno rispetto per le persone. Manipolano i giovani, piangono per le vittime di abusi; ma per gli altri non hanno alcun interesse”.

In sintesi, il cardinale afferma di ritenere che coloro che promuovono cambiamenti come quelli della “Via sinodale” “non siano riformatori” ma spingano per “una deformazione della Chiesa, una secolarizzazione della casa del Dio Uno e Trino”.

Un problema chiave è il desiderio di scendere a compromessi con il mondo, la riluttanza a convivere con la tensione causata dal vivere la fede nella società odierna altamente secolarizzata. Lo scopo di molti vescovi è di essere amati e rispettati dalla società, come lo erano nel diciannovesimo secolo, ma, sapendo che non possono cambiare la fede, chiamano i loro sforzi “sviluppo della dottrina”, e così “distruggono e contraddicono la fede rivelata”.

Attacchi ai prelati fedeli
Interrogato sugli incessanti attacchi a prelati come il cardinale Rainer Maria Woelki di Colonia, il vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona e, più recentemente, papa Benedetto XVI (per le accuse di cattiva gestione di casi di abusi più di quarant’anni fa, e per i quali il papa emerito nega illeciti ), il cardinale Müller sottolinea che tutti questi vescovi si segnalano per “aver preso la maggior parte delle iniziative contro gli abusi”, mentre altri vescovi, vicari generali e responsabili della gestione dei casi di abusi “hanno commesso grossi errori, ma non vengono criticati perché appartengono a questo gruppo ideologico di auto-secolarizzazione”.

Il cardinale Müller spiega che lui e altri prelati si pongono su un altro “livello teologico” nei confronti dei loro detrattori dissenzienti, i quali “non hanno alcuna argomentazione, ma usano solo attacchi personali e la diffamazione”.

Il cardinale Woelki, ad esempio, “non può in alcun modo essere biasimato” per aver gestito male i casi di abuso, “ma i calunniatori più furiosi tra i suoi confratelli vescovi tedeschi possono farla franca perché i mass media anticattolici sono dalla loro parte, insieme ai cattolici secolarizzati”.

Molti di questi attacchi sono fomentati da media altamente secolarizzati e anticattolici i cui pregiudizi, sostiene il cardinale Müller, risalgono al Kulturkampf, il conflitto del 1872-1878 tra il governo prussiano di Otto von Bismarck e la Chiesa cattolica, guidata da papa Pio IX.

“Prendono posizioni contro la legge naturale, e ciò che alla fine non accettano è un punto di vista soprannaturale: che la massima autorità non siamo noi, ma è il Dio personale e amorevole”.

Esponenti come il cardinale Marx sono spesso favoriti dalla stampa perché “sono i migliori promotori degli obiettivi che vogliono: neutralizzare la Chiesa” e impedirle di dare “risposte a profonde domande esistenziali”.

Cosa serve
Guardando al futuro, il cardinale dice che spetta a papa Francesco e al collegio cardinalizio intervenire e disciplinare questi prelati e il “Cammino sinodale” prima che sia troppo tardi. Il Papa dovrebbe avere più consulenti tedeschi che gli spieghino esattamente cosa sta succedendo. Più in generale, la correzione di questi insegnamenti errati “si può fare solo promuovendo un episcopato migliore e teologicamente formato”, come è accaduto “al tempo della Riforma in Germania e in altri paesi”.

Intanto, per i fedeli cattolici che subiscono continui assalti a causa della fede, il cardinale ha parole di incoraggiamento con le stesse espressioni da Discorso della montagna di Gesù (Mt 5,11): “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.
Fonte: ncregister.com
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Nota di Chiesa e postconcilio
1. Dice bene il card. Müller ma, meravigliandosi  di quanto accade, mostra di ignorare la radice del problema: l'ermeneutica storicista introdotta dal concilio che va oltre persino le prescrizioni corrette presenti nei suoi documenti (ricordo in proposito i quattro livelli del Vaticano II di Mons. Gherardini [qui]). 
A questo riguardo ribadisco che sia il cardinale che molti altri prelati e studiosi, così attenti nelle analisi storiche e anche teologiche, su questo punto continuino ad ignorare una reiterata valutazione, che ritengo una ineludibile chiave di lettura, senza la quale non è possibile comprendere appieno quanto sta accadendo e ogni giorno si dipana, nuovo e dirompente, sotto i nostri occhi. 
Riporto qui, riproponendola, una riflessione sviluppata reiteratamente su queste pagine. 
Attualmente il problema non è solo ermeneutico, è molto più profondo, perché vede di fronte due concezioni diverse del magistero, frutto di una vera e propria rivoluzione copernicana, collegata con una nuova concezione di Chiesa nata dal concilio, che ha spostato il fulcro di ogni cosa dall’oggetto al soggetto. In fondo è una delle molte facce ed espressioni della nuova antropologia introdotta dal concilio, passata dal teocentrismo all'antropocentrismo [Gaudium et spes -qui- un testo di Mons. Gherardini]: un uomo centrato su se stesso e non più fontalmente orientato a Dio con le innumerevoli implicazioni, anche in campo liturgico, sviluppate altrove. Frutto dello storicismo, del personalismo e di ogni altra spinta modernista, che hanno nutrito la Nouvelle Théologie che la sta facendo tuttora da padrona, in una Chiesa non più docente ma dialogante. La nuova concezione emerge anche nell'affermazione del famoso discorso del 22 dicembre 2005 di J. Ratzinger [qui], che contrappone all'ermeneutica della discontinuità «l'“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa».
Insomma è cambiato il cardine su cui si fonda la Fede e la sua trasmissione, spostato dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa/Popolo di Dio (definizione generica, – di conio tutto Conciliare e dal sapore vetero-testamentario – che tende a sostituire quella più forte, specifica e identitaria di “Corpo mistico di Cristo”) pellegrina nel tempo e di fatto trasferito dall'ordine della conoscenza a quello dell'esperienza, evidenziato dal primato del sentimento, o addirittura della sensazione o del sensazionalismo, sull'intelletto. Il cuore umano è diventato sentimento: nulla a che fare con il cuore biblico, cioè con l'interiorità profonda, il 'luogo' delle scelte fondamentali e, oggi, in nome del vangelo tutto diventa sdolcinato sentire, emozione, percezione soggettiva. Da conseguenza a punto di partenza...

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