venerdì 25 febbraio 2022

Guerra in Ucraina, il Papa all’Ambasciata russa per esprimere preoccupazione

Aggiornamento: Il giorno prima della visita all'ambasciatore di cui alla notizia sotto riportata, il presidente ucraino aveva risposto ad un messaggio di Bergoglio sull'account Twitter @Pontifex, che invitava, in russo e in ucraino oltre che in altre lingue, a pregare per la pace in Ucraina e per il cessate il fuoco... Ha chiesto un esame di coscienza a tutti i leader: Putin che è ortodosso come Biden è cattolico, e Zelensky che è un ebreo devoto.
Il leader ucraino ringrazia su Twitter il Vescovo di Roma «per le preghiere per la pace e il cessate il fuoco in Ucraina. Il popolo ucraino sente il sostegno spirituale di sua Santità».
Ma c'è stata anche una telefonata: «Oggi il Pontefice ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Volodymyr Zelenskyi». Lo comunica l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede. Papa Francesco «ha espresso il suo più profondo dolore per i tragici eventi che stanno avvenendo nel nostro Paese».

Il Papa ha voluto manifestare la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina recandosi personalmente questa mattina, intorno a mezzogiorno, nella sede dell’Ambasciata della Federazione russa presso la Santa Sede, guidata dall’ambasciatore Alexander Avdeev. Giunto in un’utilitaria bianca, il Papa è rimasto nell’edificio in via della Conciliazione numero 10 per oltre mezz’ora, come confermato dal direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni. 
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È di ieri, invece, “nell’ora più buia” per l’Ucraina, la dichiarazione del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Ricordando l’appello del Papa drammaticamente urgente dopo l’inizio delle operazioni militari russe in territorio ucraino, il porporato ha osservato che “i tragici scenari che tutti temevano stanno diventando purtroppo realtà”, ma che “c’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra”. “Noi credenti – ha detto Parolin - non perdiamo la speranza su un barlume di coscienza di coloro che hanno in mano i destini del mondo”. - Fonte

Dall'ultima udienza dello scorso mercoledì abbiamo appreso che il Papa ha indetto per il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per «salvare il mondo dalla follia della guerra»  (cosa non solo buona, ma perfettamente tradizionale e che ricorda l'appello di Pio XI per i cristiani tutti sotto l'iniziale persecuzione dell'URSS, non solo cattolici ma anche ortodossi). C'è da dire che il 2 marzo è il giorno delle ceneri che segna l'inizio della Quaresima e la Chiesa, per quel giorno, come per il Venerdì Santo, già prescrive il digiuno, strumento ascetico tra i più antichi, adottato da Cristo stesso, ormai negletto in Occidente. Bene, chi può digiuni, per la pace in Europa certamente, e per altre cause anche, ma prima di tutto per curare e guarire dalle proprie passioni e dai propri vizi e dalla propria mancanza di carità...

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