martedì 22 febbraio 2022

Venti di guerra. Si placheranno?

Ricevo e pubblico. Certamente la realtà è ancor più complessa; ma c'è  del vero in quel che possiamo leggere di seguito.  
Aggiungo che la vulgata dei media di regime insiste nel presentare Putin come l'erede della Russia sovietica di cui ambirebbe ripristinare l'egemonia. Ma nel suo discorso di ieri - oltre a quanto riportato a seguire - Putin ha chiarito che la Russia moderna è totalmente altro rispetto all'esperienza comunista. Anzi, ha criticato apertamente Lenin Stalin e il Partito Comunista Sovietico definendoli "nemici del Popolo". Dunque non è per niente erede di quella Unione Sovietica lì. La sua Russia, oltre ad essere un caleidoscopio di etnie, ha una radice Cristiana e ancorata alla tradizione, che è ben altra cosa dal comunismo sovietico. Quel che mi preoccupa, oltre al pericolo oggettivo, è che, nell'attuale quadro geopolitico che la vede coinvolta, l'Italia rischia di essere schierata con la parte sbagliata.
Venti di guerra

Vladimir Putin si rivolge al Popolo Russo e, riferendosi ai governanti di Kiev, dice che «è importante comprendere che non hanno mai avuto le tradizioni di una vera nazione, ma solo modelli esteri senza radici». Modelli esteri senza radici. Appunto. Queste affermazioni vanno comprese fino in fondo.

Mentre parla alla Russia, Putin ha alle sue spalle la bandiera dei Romanov, l’aquila bifronte con incastonata l’icona di San Giorgio che uccide il drago. Segnali chiari di una identità storico culturale che affonda le proprie radici nel Cristianesimo a cui la Russia non vuole rinunciare.
Chi sta seguendo la vicenda della crisi tra Ucraina e Russia può scegliere di ascoltare e credere alla vulgata del mainstream pilotato da Washington e diramato da Bruxelles a tutti i suoi protettorati locali, Roma in primis, che parla di un "dittatore sanguinario" che vuole scatenare con la sua arroganza la terza guerra mondiale. Non c'è dubbio che i metodi utilizzati da Putin e dal Cremlino per governare la popolazione russa non siano, diciamo così, all'acqua di rose.
Ma, come detto, bisogna andare a fondo provando a comprendere bene tutti i contorni di questa crisi. Si comprenderebbe così che in questa storia non ci sono soltanto la forza e la determinazione di un leader espresse nel difendere il suo Paese. Alla base di tutta questa vicenda politica e geopolitica non c'è soltanto la legittima presa di posizione della Russia che vuole impedire che l'Ucraina aderisca alla Nato per scongiurare il pericolo concreto che, a poche centinaia di chilometri dai propri confini, Usa Francia Inghilterra e la Nato piazzino basi militari operative dotate di armamenti pesanti in grado di compromettere la sicurezza nazionale russa.
In fondo a tutta questa contrapposizione che dura da anni ci sono l'orgoglio il coraggio e la determinazione della Russia che non vuole essere contaminata e penetrata da una cultura nichilista che si incentra sui capisaldi della distruzione della famiglia, dell'annientamento del genere che deve essere sempre più fluido, per contribuire così al rapido raggiungimento di una società fatta di ominidi sempre più proiettati ad assomigliare a donne e di donne sempre più androgine che smettono di fare figli compromettendo pesantemente il futuro della nazione. Il tutto mentre scompare nella società ogni aspetto religioso e ogni tradizione culturale.
La Russia, al contrario, vuole mantenere integra la propria storia la propria cultura e le proprie radici e sa bene che tutto questo può accadere soltanto impedendo che l'Occidente, decadente e portatore di disvalori, porti ai suoi confini il disfacimento culturale di cui è incarnazione geografica e politica. La crisi in Ucraina non è quello che vogliono farci credere le potenze globaliste e mercatiste per le quali, purtroppo, l'Italia è terra di conquista e laboratorio degli orrori ormai da decenni. (Luigi Mercogliano)

Aggiungo il commento di un lettore:
Ho letto la traduzione del discorso di Putin di ieri. Leggere per favore queste righe:

"Il paese è diviso e sta vivendo una grave crisi economica. Secondo le stime delle organizzazioni internazionali, quasi 6 milioni di ucraini, o quasi il 15% della popolazione capace, hanno perso il lavoro nel 2018. Queste industrie un tempo erano l’orgoglio dell’Unione Sovietica. La povertà e la perdita del potenziale industriale e tecnologico è che la scelta filo-occidentale che è stata messa nella testa del popolo da anni ormai è che, in realtà, tutto si riduce al fatto che il crollo dell’economia ucraina va di pari passo con la rapina del popolo ucraino. È perpetrato non solo dalle istruzioni dell’occidente ma anche localmente da una rete di consulenti stranieri, ONG e altre istituzioni dislocate in Ucraina. Essi hanno un’influenza diretta su tutte le decisioni importanti a tutti i livelli di governo, dal centro fino ai comuni. Influenzano le principali corporazioni statali. Le ferrovie ucraine e il complesso energetico post amministrazione dei porti marittimi dell’Ucraina non hanno più un sistema giudiziario indipendente, il diritto preferenziale di scegliere i membri della legislazione suprema, e l’ambasciata degli Stati Uniti controlla direttamente l’agenzia nazionale sulla prevenzione della corruzione. Ok, ma dove sono i risultati perché la corruzione persiste ed è peggiorata? Gli ucraini ci credono? Che cosa pensa di queste opzioni? Capiscono che il loro paese non è più nemmeno un protettorato, ma una colonia con dei burattini? La privatizzazione dello stato ha portato al fatto che le autorità che si dicono patriote non hanno il potere di assimilare i russofoni con la forza. Stanno adottando decreti sempre più discriminatori..."
Parla dell'Ucraina, ma mi è subito venuta in mente l'Italia.

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