giovedì 24 febbraio 2022

Abbiamo la guerra in Europa

Iniziata l'invasione russa dell'Ucraina. Si può ipotizzare che Putin abbia puntato ad una guerra lampo, con manovre a tenaglia da nord, sud, est.. Resta da vedere come si configurerà la resistenza. Di seguito un collage dei primi commenti.
Non si tratta solo delle due regioni filorusse orientali, di fatto già occupate dai russi. È un attacco in grande stile, pare, a tutto il paese, cominciando dagli aeroporti, basi aeree e navali. Secondo i canoni della guerra moderna, bisogna conquistare subito il dominio del cielo (e del mare), vanno quindi prese tutte le basi necessarie, a cominciare dagli aeroporti. Siamo al redde rationem per tutti gli errori compiuti dall'Occidente, a cominciare dalla insistita estensione della Nato all'Est.
Emergono tuttavia sgradevoli fantasmi del passato sovietico. Le menzogne di Putin, quando ripeteva che non c'era nessun piano per invadere l'Ucraina. Il linguaggio usato: punire "i fascisti" {?} di Kiev, "denazificare l'Ucraina", e altri termini. È lo stesso linguaggio della Russia sovietica che fu e che ora riappare. Non si poteva continuare a negoziare, servendosi dell'Unione europea, di Macron etc, per ottenere la neutralizzazione dell'Ucraina?
Dal punto di vista della fredda analisi realistica questo sarebbe il miglior momento per attaccare l'Occidente europeo. Oltre alle sue debolezze strutturali (corruzione dei costumi, inefficienza militare, governo dei via di testa verdi e arcobaleno, femministe etc) si è aggiunto il caos provocato dalla pandemia (da noi, solo ieri Draghi si è deciso a dire che il 31 marzo finirà lo stato di emergenza - e perché non il 28 febbraio?) e dalla "transizione", cosiddetta, all'economia "verde" contro l'inventato disastro climatico in arrivo, distruttrice dell'economia. Va aggiunta la crisi morale profonda che continua a pervadere la Chiesa, della quale non si vede soluzione. Meglio di così, per un invasore determinato.... Unica remora, l'eventuale impiego di armi atomiche da parte dell'Occidente invaso. Ma gli americani rischierebbero l'olocausto nucleare per difendere l'Europa? La cosa è alquanto dubbia. 
Leggiamo che, tra tanta indignazione per l'attacco russo, le rappresentanze diplomatiche di molti Stati occidentali si stanno spostando da Kiev a Leopoli (nella parte più occidentale dell'Ucraina, al di qua della linea di demarcazione naturale del fiume Dnieper). Probabilmente è la paura, ma potrebbe essere anche l'inizio di un nuovo sviluppo politico, non esecrabile.

Elementi da non trascurare:
1) Tutto è nato da un Golpe che nel 2014 ha portato al potere un presidente filo-UE
2) La legittima richiesta di autonomia delle repubbliche del Donbass è stata affogata nel sangue dalle truppe di Kiev
3) Gli accordi di Minsk sul cessate il fuoco sono stati violati dalle truppe ucraine 400.000 volte dal 2015 al 2018
4) La NATO dal 1994 al 2018 si è espansa fino ai confini della Russia, incorporando tramite sovvenzioni economiche a governi corrotti buona parte dei paesi ex-URSS
5) Le sanzioni alla Russia di fatto erano in larga parte già applicate, quelle in corso di decisione, come il blocco del NorthStream, affetteranno esclusivamente i popoli dell'Europa occidentale
Seguendo le reti statunitensi, ci si può render conto che anche molti americani sostengono le ragioni di Putin contro la plutocrazia USA-UE.

Di fatto l'intervento ha sorpreso per estensione e determinazione. Risulta che il file dell'ultimo durissimo discorso di Putin delle primissime ore di stamane, che dichiara la guerra, era già stato preparato 3 giorni fa. Il che dimostra la sua determinazione. Ma non risultano ancora chiari gli obiettivi finali.
Il ministro ucraino chiama alle armi anche i cittadini. Un quadro tanto drammatico quanto incerto.
Colpiscono le code di macchine in fuga da Kiev. Di queste abbiamo le immagini. Degli altri territori possiamo immaginare.

In prospettiva:
Il diritto internazionale vale ancora?
C'è sempre un aspetto giuridico in queste situazioni, che viene messo a tacere dal rombo dei cannoni per riapparire a guerra finita o quando c'è una tregua, se c'è, a sostegno delle posizioni del vincitore, in genere.
Ora, un attacco generalizzato a tutta l'Ucraina, Stato formalmente indipendente e membro dell'ONU, non avrebbe dovuto esser preceduto da una dichiarazione di guerra? Tale dichiarazione forse è uno strumento obsoleto. La si è sostituita con dichiarazione di interventi a scopo umanitario, più o meno approvati dall'ONU. Lo si è visto con le guerre americane nel Golfo. Dal punto di vista del diritto, si trattava di un ritorno alla barbarie, mascherato con principi umanitari.
Idem oggi, con l'attacco russo. La sua giustificazione come viene proposta? Con l'eliminazione del "fascismo" e del "nazismo" che spadroneggerebbero a Kiev, argomenti tipicamente sovietici? Per la protezione delle due zone filorusse non era necessario invadere tutta l'Ucraina.
Non è facile interpretare gli eventi del proprio tempo. Il discorso bellicoso di Putin era già stato registrato da tre giorni? A ben vedere, alcune richieste di Putin alla Nato sembravano eccessive, come quella di togliersi dai paesi Baltici p.e., davano l'impressione di esser fatte per non esser accettate, per costituire l'alibi di un attacco. Sgradevoli paralleli con l'ultimatum dell'Austria-Ungheria alla Serbia nel luglio del 1914, fatto in termini tali da non poter esser accettato e giustificare una dichiarazione di guerra.
Militarmente, l'Ucraina ha un esercito numeroso e molti armamenti americani. Avrà anche qualche buon reparto d'élite. Ma sulla carta non dovrebbe costituire un grosso problema per l'esercito russo.
I filmati apparsi sui giornali online fanno capire che si combatte per il controllo degli aeroporti (e basi militari). Se i russi li conquistano subito, dopo per loro diventerà tutto relativamente facile. Comunque, non sappiamo ancora niente su come stiano andando i combattimenti appena iniziati.
(Intanto, vista la situazione generale, non sarebbe bene che il governo Draghi anticipasse al 28 febbraio la fine dello stato d'emergenza? Nota bene: un personaggio come Speranza è del tutto inadatto al ruolo ma il premier, nella nostra Costituzione, non ha il potere di cacciarlo dal governo. Continuiamo a pagare il prezzo di una riforma costituzionale che nessuno ha voluto mai fare).

Putin ha attaccato l'Ucraina perché sa di essere nel mirino e l'Ucraina è il poligono di tiro più vicino a casa sua. Putin ha attaccato dopo aver cercato di chiarire che le precedenti mosse altrui rappresentavano una minaccia e violavano gli accordi. Putin ha attaccato perché sa che le minacce nemiche sono soprattutto propaganda e che la controparte è pesantemente divisa da interessi contrapposti.
Infine, probabilmente, sa che all'interno della nazione più importante della NATO il potere non è saldamente in mano a chi teoricamente lo detiene.
L'Italia è oggi ininfluente: militarmente partecipa in modo marginale, economicamente è ricattabilissima da amici e nemici, politicamente debolissima (basti pensare alle figuracce di Of Maio). Gli alleati europei ci trattano come discarica o come mercato dell'usato a buone condizioni. Per altri siamo una base o una espressione geografica. Purtroppo moralmente e culturalmente il popolo non è più quello che fu, specialmente come Chiesa: addomesticato da decenni a un globalismo senza spina dorsale e a un melenso buonismo senza spessore.
Adesso possiamo sperare soprattutto nella nobiltà d'animo altrui.
E, per quel resto fedele che non manca, in Dio.

In conclusione:
Non sappiamo quante siano le Russie, ma di America e di Occidente ce ne sono più di uno. 
Anche l'esercito ucraino è una cosa, e le milizie mercenarie altro.
Putin sa benissimo dove menar fendenti, avendolo studiato in Siria.
Chi ha aneliti patriottici è una cosa, chi fomenta rivoluzioni è altro.
Il Deep State è una cosa, l'America un'altra.
L'Europa dei popoli è una cosa, la UE carrozzone dell'euro è altro.
Il gas russo su una condotta va bene, sull'altra tubazione no. La libertà nelle sedicenti e cosiddette libere democrazie occidentali è diventata patente a punti. L'informazione è prezzolata e pilotata.
Adesso, sparato qualche colpo nel mainstream è tutto già chiaro.
I prezzi schizzeranno, le materie prime scarseggeranno, l'economia crollerà, lo spread salirà, forse serviranno ulteriori strette alla libertà personale e l'ennesima emergenza: tutto per colpa di Putin.
Chi ha già l'anello al naso, se ne farà mettere un altro al collo.
Qualche legge speciale estesa a tutti è quel che serve a Davos. Il plutocrate è disperato: ha solo questa carta da giocare. La posta in gioco è molto alta. È tutto un grande Donbass. Non attendiamoci politica da Letta, Salvini e Meloni: sono al soldo.
C'è però un'altra America, ci sono i popoli: non è tutto Deep State. E non esiste solo una Deep Church.
La guerra non è "in Europa". È caduta dal cielo (Ap 12,7 e seguenti).

4 commenti:

  1. Non è una guerra americana. È la guerra del Partito Democratico mondiale di cui il PD italiano è una filiale periferica. Chi ama i soliti esercizi di antiamericanismo perde tempo.
    Andrea Sandri

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  2. Che dovesse essere Putin a far saltare il Nuovo Ordine Mondiale e a ridurre in cenere il pensiero unico, è uno di quei paradossi storici che rivelano tutta la portata escatologica che sottende le contraddizioni delle vicende umane.

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  3. Per questo ha suscitato reazioni indicibili. E vieppiù fomentate dall'intero mainstream

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