Il prossimo 11 dicembre, alle ore 11, ora centrale USA (CT), offrirò una Messa pontificale solenne, secondo l'uso più antico del rito romano - quella che viene spesso chiamata la forma straordinaria del rito romano -, che sarà data in streaming da Catholic Answers. Chi non può assistere di persona alla Santa Messa, è invitato a vedere il live-stream.
Poiché il Vetus Ordo consente la sostituzione della Festa di Nostra Signora di Guadalupe con la Domenica Gaudete, la Messa domenicale regolare presso la Chiesa del Santuario, secondo il Vetus Ordo, domenica 12 dicembre, alle ore 9:30, sarà per la Festa di Nostra Signora di Guadalupe. Uno dei Padri Norbertini in servizio presso il Santuario offrirà la Messa. Per quanto io desideri che queste liturgie pubbliche segnino il ritorno alle mie consuete attività pastorali, la mia riabilitazione deve procedere per il prossimo futuro. Continuerò a tenervi aggiornati sui miei progressi mentre continuo a scrivervi. Per coloro che desiderano ricevere le mie lettere in stampa, il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe le pubblicherà nella sua newsletter mensile, a partire da gennaio 2022. Registratevi qui!
Ora, come per le mie precedenti lettere a voi dirette, come vostro padre spirituale, vorrei trasformare l'argomento da un aggiornamento sulla mia salute a un messaggio pertinente per l'anno liturgico. Pertanto, offro una breve riflessione su come il messaggio della lettera del mese scorso sui Quattro Novissimi – Morte, Giudizio, Paradiso e Inferno – sia collegato al tempo di Avvento e alla preparazione alla festa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo che si è incarnato nel seno della Beata Vergine Maria nell'Annunciazione, il Primo dei Misteri Gaudiosi del Rosario, che celebriamo il 25 marzo di ogni anno. Ad ogni Santa Messa della domenica e delle altre feste, professiamo la nostra fede nell'Incarnazione redentrice con queste parole del Simbolo Niceno-Costantinopolitano: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nella Vergine Maria e si è fatto uomo». O ci inchiniamo (Forma Ordinaria) o ci inginocchiamo (Forma Straordinaria) mentre diciamo queste parole perché esprimono il mistero centrale della Fede.
Il tempo di Avvento, che quest'anno inizia per noi il 28 novembre, è denso di grazia per la nostra vita cristiana. In modo particolare, l'Avvento è per noi un invito ad avvicinarci al mistero dell'Incarnazione redentrice, il mistero incomparabile per il quale Dio Figlio ha assunto la nostra natura umana per salvarci dal peccato e dalla morte mediante la sua passione, morte, risurrezione e ascensione, e ha scelto di rimanere sempre con noi nella Chiesa. Il tempo di Avvento non ci invita soltanto a una maggiore intimità con Cristo – Dio Figlio incarnato – nella nostra vita quotidiana. Ci dà la grazia di raggiungere la maggiore intimità per la nostra felicità in questa vita e la pienezza della nostra felicità nella vita che verrà. Cristo incarnato, assiso glorioso alla destra di Dio Padre, agisce in mezzo a noi attraverso i sacramenti della Penitenza e della santa Eucaristia per portare i nostri cuori sempre più pienamente nel Suo più sacro Cuore.
Nello stesso tempo, l'Avvento ci prepara soprattutto all'Ultimo Giorno, il giorno in cui Cristo, vivo per noi nella Chiesa, tornerà nella gloria per compiere la sua opera salvifica, per inaugurare «nuovi cieli e nuova terra in cui abita la giustizia».” (2 Pt 3, 13). In altre parole, il Natale del Signore prepara la via alla «cena delle nozze dell'Agnello» (Ap 19,9), alla quale siamo stati chiamati a partecipare sin dal momento del nostro battesimo. Quando l'angelo del Signore apparve nei campi di Betlemme, annunciando ai pastori: «Non abbiate paura; poiché ecco, è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11), preparava il cuore dell'uomo a ricevere l'invito del «re che fece la festa di nozze per suo figlio» e ordinava ai suoi servi di «invitare alla festa nuziale quanti ne troverete» (Mt 22,2.9). La parabola di Nostro Signore sulla festa di nozze troverà il suo compimento definitivo nell'ultimo giorno.
Sebbene collegare il tempo dell'Avvento all'ultima venuta o all'Apocalisse possa sembrare che smorzi la natura celebrativa della nostra preparazione alla festa della Natività di Nostro Signore, è di vitale importanza per noi che la prima venuta del Salvatore sia essenzialmente collegata alla Sua Seconda Venuta. La connessione intima non è per noi fonte di paura o tristezza, ma piuttosto di fiducia e gioia. La parola "apocalisse" è usata non solo come parola di apertura del Libro dell'Apocalisse (...), ma è usata anche poco dopo la Natività, nel racconto della Presentazione del Signore. Quando la Vergine Madre di Dio e san Giuseppe, padre adottivo del Salvatore e vero sposo di Maria, presentarono Nostro Signore, poco dopo la sua nascita, al tempio, il profeta Simeone prese in braccio il neonato Salvatore, dichiarandolo: “ luce per illuminare [apocalisse] le genti e gloria del tuo popolo Israele» (Lc 2,32).
La parola, apocalisse, nella lingua greca comunemente parlata all'epoca (greco dellq koinè) significa "svelare" o "scoprire", ad esempio, una coppia reale che scopre il volto del bambino appena nato per mostrarlo in pubblico o uno sposo che svela il volto della sua sposa alla cerimonia di nozze. In modo simile, il nostro Salvatore, manifestando il mistero profondo del Divino Amore, iniziò la sua Rivelazione, la sua Apocalisse, sotto la luce della Stella che invitava e guidava i Magi «dall'Oriente» (Mt 2,1; cfr. Is 49, 12). Quando i Magi videro la luce della stella che “si posò sul luogo dove era il bambino . . . esultarono grandemente con grande gioia. Ed entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,9-11). Chiaramente e meravigliosamente, la luce miracolosa della Stella ha rivelato, manifestata, svelata la presenza di Dio – Dio Figlio Incarnato – per la vera gioia dell'uomo e il giusto culto di Dio. Gesù Cristo è la «luce vera, che illumina tutti» (Gv 1,9), come aveva profetizzato Simeone, e come Nostro Signore ha rivelato più pienamente nel Libro dell'Apocalisse: «Io sono la radice e la progenie di Davide, la luminosa stella del mattino» (Ap 22, 16).
La Luce del Signore illumini la vostra vita con la sua gloriosa verità e amore durante tutto il tempo di Avvento, che Giovanni Paolo II ha definito «un periodo di intensa formazione che ci orienta decisamente verso Colui che è già venuto, che verrà e che viene continuamente” (Udienza Generale, 18 dicembre 2002). Trascorriamo quindi questo tempo di forte grazia nel calendario liturgico della Chiesa, preparandoci a celebrare la nascita di Dio Figlio incarnato, il Redentore, mantenendo nel nostro cuore la gioia che è nostra nell'anticipare la sua seconda venuta nell'ultimo giorno. Possa la nostra osservanza dell'Avvento tenere davanti ai nostri cuori l'esortazione e la promessa di Nostro Signore ai suoi servi fedeli: «Si cingano i vostri lombi e le vostre lampade siano accese, e siate come uomini che aspettano che il loro padrone torni a casa dalla festa nuziale, affinché gli aprano subito quando viene e bussa. Beati quei servi che il padrone trova svegli quando viene; in verità vi dico: si cingerà e li farà sedere a tavola, e verrà a servirli» (Lc 12,35-37).
Implorando Nostro Signore, per intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, di benedire voi, le vostre case, le vostre famiglie e tutte le vostre fatiche durante questo tempo di Avvento, rimango
Vostro nel Sacro Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, e nel Purissimo Cuore di San Giuseppe
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