sabato 18 dicembre 2021

Una decisione eccezionale per una situazione eccezionale

Per il nostro carissimo amico Rosario del Vecchio oggi inizia il 24° giorno di digiuno per esprimere il suo dissenso contro il decreto-legge 172/2021 che ha tra l’altro esteso l’obbligo del vaccino anti-Covid a tutto il personale scolastico. 
Ne avevo già parlato qui e qui ma la cronaca incalzante su molti fronti sommerge rapidamente i messaggi. Oggi, dopo alcuni dati di cronaca e un messaggio di Rosario, riprendo le parole di uno dei nostri sacerdoti. Ma una parola di solidarietà, o almeno di comprensione, per tutti quelli che senza colpa perdono il lavoro (medici, insegnanti, poliziotti), per non cedere al ricatto di un governo infame è ciò che ci si aspetterebbe da sacerdoti cattolici. Molto deludente, ma soprattutto dolorosa, l'acquiescenza del clero nei confronti di una situazione così degradata.
Un docente del Galilei pratica da tre settimane lo sciopero della fame contro il green pass e l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. Rosario Del Vecchio, professore di religione, spiega così la sua presa di posizione: "In questa storia il vaccino non c’entra nulla. Per me può essere accettabile o non accettabile. Io me la prendo con la sospensione anti-costituzionale dal lavoro. Personalmente servo lo stato italiano da 37 anni e mezzo con 36 anni nei licei ed un anno e mezzo da ufficiale dell’esercito. Il tutto senza un giorno di malattia. Ho persino rinunciato a due dei tre giorni di permesso per lutto quando a febbraio è morta mia madre. Io la parola vaccino neppure la uso perché non voglio disturbare né chi lo fa né chi non lo fa. Per me il problema è che togliere il lavoro a chi non ha mai infranto la legge in vita sua tanto meno sul lavoro è anti costituzionale. Io sciopero per la costituzione". Il prof spiega: "Ho cresciuto una famiglia con cinque figli ed un solo stipendio. Ritengo sia ingiusto togliere il diritto al lavoro a chi non ha commesso reati e si è sempre comportato bene sul posto di lavoro. Non esiste nessuna legge al mondo che dia allo stato il potere legittimo di togliere il lavoro a chi si è sempre comportato bene". Tantissimi i messaggi di solidarietà e stima arrivati al professore. - fonte
Un altro appello di Rosario.

L'han giurato. Li ho visti in Pontida
Italia. Onore. Fame di dignità.
Amici italiani, difendete l’onore d’Italia, custodite i vostri figli.
Meglio morti che disonorati, amici italiani non vendetevi per un piatto di lenticchie, non tenete la testa sotto la sabbia e aprite gli occhi alla realtà.
Sciopero della fame. Senza lavoro. Senza stipendio.
L’Italia in un buio profondo, una intera civiltà in crisi. L’Italia al centro del ciclone. 
Fame: meglio affamati che schiavi per un piatto di lenticchie concesse da una classe dirigente nemica del popolo italiano.
Senza lavoro: meglio l’esilio, la solitudine, l’ignominia sociale, che la complicità con un governo nemico del popolo. 
Senza stipendio con una famiglia numerosa e monoreddito: meglio la disgrazia economica che vivere nella menzogna. 
Dico no alla menzogna, e no alla disinformazione operata da tutti i Media più potenti e da quasi tutte le agenzie educative.
Dico no a un governo imposto dall’alto all’Italia, e sostenuto da tutte le forze politiche, tranne una che fa l’opposizione alla camomilla.
Dico no alla omologazione delle menti e all’offuscamento della verità.
Dico no alla sottomissione tecnocratica del popolo italiano.
Dico no al progetto - evidente a chi non è cieco e ipocrita – di controllare totalmente il popolo italiano con tutte le nuove tecnologie informatiche.
Dico no alla volontà – storicamente visibile – di realizzare progressivamente – in un’opera che dura da 40 anni oramai - una Grande Sostituzione - antropologica culturale religiosa linguistica sociale economica – di tutta la tradizione del popolo italiano in una nuova massa asociale e informe di sotto-uomini.
Dico no alla colonizzazione dell’Europa cristiana, e in particolare delle Nazioni mediterranee Francia compresa, in un sorta di grande riserva economica di individui sottomessi in monadi materiali e senz’anima e senza destino. Perché quindi uno Sciopero della fame ad oltranza? Perché rischiare tutto? Perché non pensare solo a se stessi come fanno quasi tutti? Perché?
Per amore dell’Italia, l’Italia romana e cristiana, per amore dei miei figli, per amore dei figli d’Italia. Cari signori al potere non toglierete l’onore all’Italia. Non toglierete la speranza ai nostri figli. Non farete dell’Italia una colonia straniera e una riserva dei grandi potentati tecnologici e finanziari mondiali! Sicuramente dovrete passare sul nostro cadavere prima di fare quello che avete intenzione di fare e che state facendo e che pare inarrestabile.
Avete sospeso la Costituzione italiana sfruttando una malattia. Avete buttato il popolo italiano nel panico per sottometterlo meglio. Avete organizzato un Cambiamento epocale della società speculando sulla pelle di un intero popolo spaventato – non solo dalla reale malattia – ma soprattutto dal vostro bombardamento mediatico spietato e mostruoso.
Perché quindi un Sciopero della fame?
Primo: per gridare libertà, per gridare uscite dalla menzogna, per gridare svegliati Italia!
Secondo: per denunciare l’odio, per denunciare chi aizza il linciaggio morale, la rissa, la calcolata volontà di far litigare gli Italiani tra loro, divisi in opposti e inconciliabili partiti. Quelli del SI e quelli del NO. Mentre i potenti distruggono la società e la ristrutturano a loro piacimento secondo i loro piani.
Quindi: No all’odio, No alla violenza, No al linciaggio, No al capro espiatorio. Perché i nemici che stanno al governo vogliono proprio questo: che gli Italiani si odino a vicenda mentre loro si spartiscono il bottino.
Terzo: per dare speranza a chi è avvilito e scuotere chi è coperto sotto il manto della viltà, a chi è scoraggiato, a chi è indeciso, a chi ha paura, a chi non riesce a pensare, a chi non crede più nel destino dell’Italia. No alla paura, no alla paura di morire, no alla paura di essere esclusi dalla società, no alla sottomissione al potere.
Quarto: la speranza, la gioia, la voglia di vivere, affinché si alzino i cuori, si alzino gli sguardi, e ci si faccia coraggio per ricostruire l’Italia una volta buttati giù dal trono i traditori appoggiati da tutti i poteri. 
Dico quindi SI al futuro dell’Italia: affinché i giovani italiani si sposino a facciano tanti bambini per evitare la Grande Sostituzione voluta dai poteri forti internazionali che hanno messo le mani sull’Italia per farne una riserva indiana. La fame di pane che porto dentro di me è in realtà fame di speranza che viene dal cielo ma che desidera incontrare le amicizie della terra per rinascere a vita nuova.
Quinto: faccio la fame anche per non dimenticare di chi siamo figli e chi sono i nostri figli. 
Dico no a una società orfana di padri. Noi siamo figli di una civiltà tri-millenaria greco-romano-cristiana basata sulla Roma dei Cesari e sulla Roma rinnovata dalla Bibbia di Mosè e di Gesù. Oggi la costituzione italiana è violentata e sospesa proprio da chi dovrebbe difenderla: un governo mai eletto - sostenuto da tutti i politici dei partiti - che da 11 anni sono incapaci addirittura di eleggere uno di loro come Capo del governo! Sciopero della fame per alzare la testa e la voce in difesa dell’Italia violentata sui suoi fondamenti costituzionali, sulle sue relazioni intime di identità e di sopravvivenza, di una Italia tradita da un sistema politico e mediatico nemico del popolo.
Non posso più tacere la Verità, non posso essere complice della menzogna, qualcun deve pur gridare al popolo italiano: svegliati e sii degno del tuo destino!
L’Inno italiano recita: “ovunque è Legnano” … per indicare il valore invincibile della libertà conquistata a Legnano e rimasta nel cuore degli italiani per 8 secoli.
La mia fame che parte da Legnano è la fame di libertà – e di rispetto dello spirito e della lettera della Costituzione italiana - per tutto il popolo italiano, libertà e onore che una intera classe dirigente hanno tradito.
Non toglierete l’onore alla nostra amata Italia. Meglio la morte che il disonore.
Voi potenti tecnocrati andrete via, e il popolo italiano ritroverà la sua dignità, la sua ricchezza, il suo onore, la sua voglia di vivere in cielo e in terra.
Rosario Del Vecchio da Legnano Milano

Le parole del nostro sacerdote

Apprendo da Lei la vicenda di Rosario del Vecchio. Considero la sua testimonianza importante e lodevole. Tuttavia il ricorso al digiuno e alla penitenza, ancorché importantissimo, necessita di una saggia prudenza e di un docile ascolto della Volontà di Dio. Posso solo invitarlo a moderarne i rigori, perché mai le nostre penitenze devono giungere a mettere a repentaglio la nostra vita. In quest'ora particolarmente tragica, oltre alla preghiera e alla penitenza, c'è bisogno del dispiegamento delle migliori forze sul campo.
Voglia portare il mio personale saluto a Rosario del Vecchio, assicurandolo che prego per lui ma che lo esorto a consigliarsi con un buon Direttore spirituale.
Mi valgo dell’occasione per porgerLe i miei più sinceri auguri per le prossime festività natalizie, con l’auspicio che questa umanità apostata possa ritornare ad adorare il Re Bambino nella umiltà della Sua mangiatoia, prima di doverLo avere come Giudice nel giorno del Suo ritorno nella gloria.
A Lei e ai Suoi di tutto cuore imparto la mia Benedizione.

Conclusione

Estrapolo e faccio mie le considerazioni di un lettore. Il nostro pensiero e la nostra preghiera va oggi a tutti gli insegnanti, al personale scolastico, ai componenti delle forze dell'ordine, ai medici e agli infermieri, ai fisioterapisti, agli psicologi, ai logopedisti e a t5utti coloro che, sani e senza commettere alcun reato, devono soccombere alla minaccia di essere sospesi dal lavoro senza stipendio solo per avere esercitato il legittimo diritto di scelta di non sottoporsi ad un trattamento sanitario su cui nutrono delle perplessità o che per loro può essere dannoso per la salute.
Li additano come untori senza alcun motivo valido e li ricattano nel modo più vile ed infame, ma non sono soli e vorremmo che sentissero la vicinanza della parte migliore della popolazione, che, qualsiasi scelta abbia fatto, non può non vedere la palese ingiustizia che essi stanno subendo.
Purtroppo c'è anche chi scelleratamente gioisce per le misure che ora li colpiscono con violenza tanti nostri connazionali. Sappiano costoro che la prepotenza del potere prima o poi sarà implacabile anche con loro, perché l'arbitrio non conosce né giustizia né equità.
Un giorno tutto questo dovrà finire e coloro che hanno provocato questo scempio o tollerato tanta sofferenza con un vile silenzio, non potranno reggere il loro sguardo e dovranno abbassare gli occhi per la vergogna. (Maria Guarini)

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