Il preannunciato e temuto (qui - qui) 'massacro di Natale' del Prefetto del Culto divino, Arthur Roche, è stato reso pubblico oggi (vedi).
Ho dato una rapida scorsa e scriverò più a lungo domani. Purtroppo non riesco a darmi ora il tempo per un'analisi più completa. Mi limito a dare la notizia, citando una delle tante affermazioni, che non esito a definire false e pretestuose, che mi hanno colpita scorrendo velocemente il testo :
Come Pastori non dobbiamo prestarci a polemiche sterili, capaci solo di creare divisione, nelle quali il fatto rituale viene spesso strumentalizzato da visioni ideologiche. Siamo, piuttosto, tutti chiamati a riscoprire il valore della riforma liturgica custodendo la verità e la bellezza del Rito che ci ha donato. Perché questo accada, siamo consapevoli che è necessaria una rinnovata e continua formazione liturgica sia per i presbiteri sia per i fedeli laici.
Chi riesce a far passare l'amore e la venerazione del rito dei secoli come fomite di divisione e le ragioni espresse con appassionata dovizia di argomenti e documenti per strumentalizzazioni di visioni ideologiche, non meriterebbe risposta ma andrebbe ignorato, qualora fosse possibile... Inoltre, al posto di rinnovata e continua formazione liturgica leggasi rieducazione...Vedremo.
Ma in soldoni il vero problema è che, mentre chi ama la tradizione è collocato in un ordine costituito e reagisce in punta di diritto, gli interlocutori che hanno in pugno la chiesa sono immersi nel fluido cangiante orizzonte conciliar-storicista che va oltre ogni norma e fa dell'arbitrio la sua regola aurea. Ed è per questo che non rispondono mai nel merito agli argomenti fondati sul magistero perenne, cambiando nome alla fedeltà (che non è alla lettera ma allo spirito), che per loro è fissismo. E così l'incomunicabilità è totale.
Ma in soldoni il vero problema è che, mentre chi ama la tradizione è collocato in un ordine costituito e reagisce in punta di diritto, gli interlocutori che hanno in pugno la chiesa sono immersi nel fluido cangiante orizzonte conciliar-storicista che va oltre ogni norma e fa dell'arbitrio la sua regola aurea. Ed è per questo che non rispondono mai nel merito agli argomenti fondati sul magistero perenne, cambiando nome alla fedeltà (che non è alla lettera ma allo spirito), che per loro è fissismo. E così l'incomunicabilità è totale.
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