martedì 21 marzo 2023

Il card. Roche afferma che la messa antica deve essere vietata perché "la teologia della Chiesa è cambiata"

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews apprendiamo che anche l'ultima affermazione del cardinale Arthur Roche per difendere le restrizioni sulla Messa tradizionale va contro l'insegnamento dei papi nel corso della storia. Le dichiarazioni scandalose del cardinale nella sua intervista alla BBC di giorni fa stanno facendo scalpore. È importante che chi ama la tradizione non si arrenda e passi all'offensiva. Non solo la teologia della Chiesa NON è cambiata, ma la vecchia liturgia la incarna meglio sotto tutti i punti di vista. Il "centralità del sacerdozio" della Messa antiquior è uno dei suoi più grandi punti di forza, fonte di immensa grazia sia per il sacerdote che per il popolo. Potete trovare i miei rilievi nella nota(1) basati sul Catechismo della Chiesa Cattolica con alcune chiose.

Il card. Roche afferma che la messa antica deve essere vietata
perché "la teologia della Chiesa è cambiata"

Difendendo le crescenti restrizioni sulla Messa tradizionale, il cardinale Arthur Roche – prefetto della Congregazione vaticana (ora Dicastero) per il culto divino e la disciplina dei sacramenti – ha affermato che “la teologia della Chiesa è cambiata”. Parlando a Radio4 BBC Radio in un programma andato in onda il 19 marzo, Roche ha difeso le restrizioni alla Messa tradizionale, che sia lui che Papa Francesco hanno attuato dal luglio 2021.
“La teologia della Chiesa è cambiata”, ha affermato Roche. “Mentre prima il sacerdote rappresentava, a distanza, tutto il popolo – che veniva canalizzato attraverso la sua persona che da sola celebrava la messa”. [Condenso i miei rilievi nella nota(1) basandomi sul Catechismo della Chiesa Cattolica con alcune chiose -ndT]
Ora, però, Roche ha affermato che “non è solo il sacerdote che celebra la liturgia, ma anche coloro che sono battezzati con lui, e questa è un'affermazione enorme da fare”.
In precedenza, i commenti di Roche erano stati anticipati dal biografo papale Austen Ivereigh, il quale sosteneva che i fedeli legati alla Messa tradizionale erano "diventati un movimento che minava il Concilio Vaticano II". Quindi, ha detto Ivereigh, le restrizioni erano necessarie «per porre un limite, per mettere dei confini, non per sopprimerlo, ma per rimetterlo nelle mani dei vescovi».

Lo studioso di liturgia Matthew Hazell ha evidenziato i commenti di Roche, osservando che contrariamente a quanto affermato dal cardinale, l'insegnamento della Chiesa non è cambiato. Ha indicato l'insegnamento di Papa Pio XII nella sua enciclica Mediator Dei del 1947 [vedi come è stata oltrepassata da Sacrosanctum concilium], in cui il pontefice ha delineato l'insegnamento cattolico sull'assemblea che si unisce al sacerdote nel sacrificio della Messa.
Ora è chiaro che i fedeli offrono il sacrificio per mano del sacerdote dal fatto che il ministro all'altare, nell'offrire un sacrificio a nome di tutte le sue membra, rappresenta Cristo, Capo del Corpo mistico. Quindi si può giustamente dire che tutta la Chiesa offre la vittima per mezzo di Cristo.
Mentre le argomentazioni del “popolo sacerdotale” sono state molto evidenziate dal Vaticano II, principalmente da coloro che cercavano di sradicare una differenza tra sacerdoti e laici, Pio XII ha indicato chiaramente la differenza nelle loro rispettive azioni:
È necessario, Venerabili Fratelli, spiegare chiaramente al vostro gregge come il fatto che i fedeli prendono parte al Sacrificio Eucaristico non significa tuttavia che essi godano di poteri sacerdotali...
A quest’oblazione propriamente detta i fedeli partecipano nel modo loro consentito e per un duplice motivo; perché, cioè, essi offrono il Sacrificio non soltanto per le mani del sacerdote, ma, in certo modo, anche insieme con lui, e con questa partecipazione anche l'offerta fatta dal popolo si riferisce al culto liturgico….
Che i fedeli offrano il Sacrificio per mezzo del sacerdote è chiaro dal fatto che il ministro dell'altare agisce in persona di Cristo in quanto Capo, che offre a nome di tutte le membra; per cui a buon diritto si dice che tutta la Chiesa, per mezzo di Cristo, compie l'oblazione della vittima. Quando, poi, si dice che il popolo offre insieme col sacerdote, non si afferma che le membra della Chiesa, non altrimenti che il sacerdote stesso, compiono il rito liturgico visibile - il che appartiene al solo ministro da Dio a ciò deputato - ma che unisce i suoi voti di lode, di impetrazione, di espiazione e il suo ringraziamento alla intenzione del sacerdote, anzi dello stesso Sommo Sacerdote, acciocché vengano presentate a Dio Padre nella stessa oblazione della vittima, anche col rito esterno del sacerdote.
È necessario, difatti, che il rito esterno del Sacrificio manifesti per natura sua il culto interno: ora, il Sacrificio della Nuova Legge significa quell'ossequio sapremo col quale lo stesso principale offerente, che è Cristo, e con Lui e per Lui tutte le sue mistiche membra, onorano debitamente Dio.
Pio XII attinse anche da papa Innocenzo III per denotare l'insegnamento della Chiesa nell'offerta congiunta del sacrificio:
«Non solo», dice Innocenzo III di immortale memoria, «offrono il sacrificio i sacerdoti, ma anche tutti i fedeli: perché ciò che il sacerdote fa personalmente in virtù del suo ministero, lo fanno collettivamente i fedeli in virtù della loro intenzione».
Quindi, l'affermazione di Roche secondo cui la teologia è cambiata non sembra essere supportata dall'insegnamento della Chiesa – sia quello dei tempi recenti sia quello fatto dai papi di epoche antiche. La sua tesi secondo cui ora il popolo si unisce al sacerdote nell'offrire il sacrificio è sempre stata insegnata, con l'attenta differenziazione tra i vari ruoli del sacerdote e del popolo.

Eppure la clamorosa affermazione del cardinale inglese secondo cui “la teologia della Chiesa è cambiata” non è senza precedenti.

L'anno scorso ha parlato con Vatican News, affermando che le restrizioni alla Messa tradizionale erano semplicemente una "regolamentazione della precedente liturgia" resasi necessaria perché il Vaticano II propone "una nuova liturgia essenziale per la vita della Chiesa". [Analoghe affermazioni a The Tablet qui]

Il cardinale ha dichiarato:
Tutto ciò che sta avvenendo è la regolamentazione dell'ex liturgia del Messale del 1962 interrompendone la promozione, perché è chiaro che il Concilio, i Vescovi del Concilio, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, hanno proposto una nuova liturgia per la vita essenziale della Chiesa, per renderla rivitalizzante.
Questo compito è “davvero molto importante”, ha detto, prima di aggiungere “resistere, cioè, è un fatto veramente molto serio”.

Alcune settimane dopo Roche arrivò a suggerire che i cattolici devoti alla liturgia tradizionale fossero “più protestanti” che cattolici. Ha menzionato una necessaria “riforma” della liturgia – una riforma che, ha detto, ha portato al Novus Ordo.

Ma i devoti della Messa tradizionale "la tirano per le lunghe" in opposizione, ha affermato Roche.
Quella riforma sta avvenendo, ma è un processo lento perché c'è chi non cede su questo e non solo resiste, ma si oppone ostinatamente a ciò che la Chiesa ha effettivamente decretato.
È una cosa molto seria. Alla fine, le persone devono chiedersi: sono davvero cattolico o sono più protestante?
Ha descritto il Concilio Vaticano II come “la più alta legislazione esistente nella Chiesa”, affermando che “se lo ignori, ti metti di traverso, ai margini della Chiesa. Stai diventando più protestante che cattolico”.

Ma contrariamente all'affermazione di Roche secondo cui il Vaticano II propone una "nuova liturgia", nel suo discorso del 1988 [qui] in cui attaccava l'arcivescovo Marcel Lefebvre, il cardinale Joseph Ratzinger affermava: "Questo particolare Concilio non ha definito alcun dogma e ha deliberatamente scelto di rimanere su un livello modesto, come un concilio meramente pastorale; eppure molti lo trattano come se si fosse trasformato in una sorta di superdogma che toglie importanza a tutto il resto».

Nel frattempo, si dice che Roche stia preparando ulteriori restrizioni alla liturgia tradizionale, con già tre documenti di questo tipo emessi contro di essa dal luglio 2021. Secondo il rispettato giornalista vaticano Dr. Robert Moynihan, un imminente decreto di Francesco contro la Messa tradizionale non solo conterrà una “ulteriore soppressione della Messa antica”, ma “avrà anche il 'peso' di un'esortazione apostolica”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
_____________________________________
1. Notazioni sul Catechismo della Chiesa Cattolica. 
1069 Il termine « liturgia » significa originalmente «opera pubblica», «servizio da parte del popolo e in favore del popolo». Nella tradizione cristiana vuole significare che il popolo di Dio partecipa all'«opera di Dio» (Gv 17,4). Attraverso la liturgia Cristo, nostro Redentore e Sommo Sacerdote, continua nella sua Chiesa, con essa e per mezzo di essa, l'opera della nostra redenzione. 

[Da un'affermazione vera si può giungere ad una conclusione falsa. È vero, infatti che l'actuosa participatio "sottolinea il servizio comune", ma non è difficile riconoscere in questa sottolineatura la diminutio del sacerdote, il cui ruolo nella celebrazione è stato cambiato da Mediatore in Presidente. E non è più Cristo Signore che celebra, ma l'intera assemblea (sia pure individuata come suo corpo mistico e sua immagine) -ndr]

1070 Il termine « liturgia » nel Nuovo Testamento è usato per designare non soltanto la celebrazione del culto divino, ma anche l'annunzio del Vangelo (Rm 15, 6) e la carità in atto (Rm 15,27) In tutti questi casi, si tratta del servizio di Dio e degli uomini. Nella celebrazione liturgica, la Chiesa è serva, a immagine del suo Signore, l'unico « Liturgo », (Eb, 8, 2-6)" Ministro del Santuario e della vera tenda che il Signore e non un uomo ha costruito" poiché partecipa del suo sacerdozio (culto) profetico (annunzio) e regale (servizio della carità) [che è tuttavia esercizio della Regalità, cioè del dominio su tutte le cose: Universorum Rex! -ndr]:
« Giustamente perciò la liturgia è ritenuta quell'esercizio dell'ufficio sacerdotale di Gesù Cristo, mediante il quale con segni sensibili viene significata e, in modo proprio a ciascuno, realizzata la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico integrale. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo Sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado ». (Sacrosanctum Concilium, 7)
[Ma Sacrosanctum concilium dice soltanto: « offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti » non aggiunge tramite il ministero del suo corpo che è la Chiesa: il "modo proprio a ciascuno" non può mai uguagliare l'Actio di Cristo, unico vero sacerdote, che è la Sua e non la nostra. Opera la nostra connaturalità e sempre maggiore configurazione a Lui; ma è sempre Lui che offre se stesso al Padre mediante il Sacerdote e l'offerta di noi stessi avviene solo in Lui. E la conclusione di SC appare ben diversa:
Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.
[Un conto è parlare del culto pubblico integrale esercitato dal corpo mistico insieme al suo Capo, un altro conto è inserirvi (come se il "modo proprio a ciascuno" fosse una "funzione"), un senso che porta a veicolare, subdolamente, la diminutio del sacerdozio ordinato, in linea con gli insegnamenti dei ‘falsi profeti’ che vanno per la maggiore e che enfatizzano il sacerdozio comune, battesimale, a scapito di quello ordinato. L'Azione di Cristo e anche della Chiesa in quanto suo Mistico Corpo viene snaturata quando questa si sostituisce e non si 'incorpora' a Cristo. ndr]

Il concilio di Trento sintetizza la dottrina perenne del Sacrificio, qualificandolo come: Adorazione; Propiziazione; Ringraziamento; Impetrazione [qui].
_____________________________________
A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731

Nessun commento:

Posta un commento