venerdì 31 marzo 2023

L’Associazione Modena Musica Sacra in concerto pasquale con il Requiem di W.A. Mozart

Pubblico uno scritto del carissimo amico Cristiano Lugli, con annessa locandina, a segnalazione di due bei concerti organizzati da un’associazione di musica sacra modenese. La loro storia è degna di nota e vanno certamente aiutati perché sono stati letteralmente sbattuti in strada da un giorno all’altro dalla diocesi, con licenziamento del direttore della cappella musicale del Duomo (padre di famiglia peraltro).

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Il prossimo fine settimana l’Associazione Modena Musica Sacra APS terrà due importanti concerti sul territorio emiliano con l’opera di W.A. Mozart Requiem KV 626, per soli, coro e orchestra, entrambi ad ingresso gratuito.
Si parte sabato 1º aprile alle ore 21:00, presso la Chiesa del Voto di Modena; il secondo concerto si terrà invece domenica 2 aprile, alle ore 16:00, presso la Chiesa di San Francesco del Prato a Parma.

Il soprano Maria Francesca Rossi, il contralto Sayumi Kaneko, il tenore Gianluca Moro, il basso Andrea Pellegrini, con i Pueri e Juvenes Cantores, la Schola Polifonica e l’Orchestra I Musici di Parma, diretti dal maestro Daniele Bononcini daranno vita a questa meravigliosa opera musicale in due appuntamenti diversi, proprio a ridosso dell’inizio della Settimana Santa.

Il coraggio di Modena Musica Sacra è davvero notevole, perché si dà il caso che la prestigiosa istituzione della Cappella Musicale nata nel 1400 e da sempre unita alla cattedrale cittadina di Modena, qualche mese fa abbia subito lo sfratto dal Duomo.

Il Capitolo Metropolitano del Duomo ha revocato infatti, dopo appena nove anni, la convenzione trentennale che garantiva una sede ai cori della Cappella musicale e, non contento, quattro giorni dopo ha licenziato il maestro organista Daniele Bononcini. Alla base della decisione, la Diocesi di Modena avrebbe sentenziato esserci motivi economici.

Il maestro Bononcini aveva fatto sapere che solo nel 2021 «i concerti sono stati seguiti da oltre 100.000 persone, significando un’autentica attestazione di stima»

Che le diocesi in generale siano ormai in rosso non è un mistero, come del resto non è un mistero una delle motivazioni di questo “rosso”, ovvero il crollo verticale dell’8x1000 che una “chiesa in uscita” non ha saputo gestire, dal momento che i non cattolici sono rimasti tali, e i cattolici si sono stancati di destinare l’8x1000 ad una “chiesa in uscita” solo verso ciò che di meno cattolico esista. Per buona pace dei vescovi, che sono corresponsabili di tutto questo sfacelo.

Detto ciò, però, è curioso notare come le spending review episcopali taglino solo laddove vi sia qualcosa di legato alla tradizione, come la Cappella Musicale diretta dal maestro Bononcini sapeva custodire: sacralità, canto gregoriano, arte sacra.

Tutte cose da accantonare in soffitta o, addirittura, in questo caso, da buttare in mezzo alla strada.

Nessuno è profeta in casa propria, questo sì. Ma meno che mai in casa di chi non ha più alcun tipo di interesse per tutto ciò che riguarda la cultura — quella vera — e l’Arte — quella vera —, quella che nasce per elevare la mente, il cuore e l’anima verso Dio. Per queste cose non c’è più spazio, soprattutto quando esse dovrebbero essere applicate nella liturgia.

Cosa importa, infatti, del canto gregoriano, della sacralità liturgica, a chi della liturgia ne ha fatto un polpettone ecumenico per non dispiacere ai luterani, ma anzi per sentirsi più vicini a loro?

La liturgia è la Fede pregata. Il fatto è che qui, ormai da diverso tempo, si pensa di parlare la stessa lingua con chi di fatto appartiene ad un’altra “fede”, ad un’altra religione.

Il riferimento è ovviamente generale, tuttavia comprendendo purtroppo gran parte delle diocesi e dei vescovi.

Se ci fosse la Fede, mai e poi mai si andrebbe a togliere qualcosa che rende lode e gloria a Dio. Ma la Fede non c’è, e quindi si toglie ciò che, per chi non ha la Fede, risulta tutto sommato superfluo o peggio obsoleto.

Pazienza. Si deve andare avanti cercando di salvare ciò che può essere salvato e ciò che, soprattutto, è a maggior Sua gloria.

Così come ha cercato di fare l’Associazione Modena Musica Sacra, che attraverso la perseveranza dei suoi membri e con l’umiltà del proprio direttore, il maestro Daniele Bononcini, superato lo sconforto e lo shock iniziale si è rimboccata le maniche e si è rimessa in gioco attraverso dei concerti.

In una maniera del tutto nuova se vogliamo, ma con coraggio ed in attesa — speriamo — di poter ritrovare un proprio posto nella liturgia (e chissà che esso non sia nella Santa Messa di sempre, rito in cui il senso del sacro, grazie a Dio, è custodito da duemila anni).

Gli ambienti che cercano di custodire la tradizione, attraverso la dottrina, la liturgia, la morale, hanno un famelico bisogno di persone e di artisti che abbiano a cuore la tradizione stessa. Speriamo che Modena Musica Sacra possa presto trovare un posto proprio all’interno degli ambienti che la tradizione la difendono: ve ne sarebbe tanto bisogno! Non ci saranno sicuramente le belle chiese, ma come diceva un saggio vescovo, «loro avranno pure le chiese, ma noi abbiamo la Fede si sempre».
E questo, d’altronde, è tutto ciò che conta davvero.
Nel frattempo, paradosso dei paradossi (ma forse in effetti nemmeno troppo), il Comune di Modena ha approvato in giunta l’affidamento della chiesa del Voto, uno dei più importanti edifici religiosi del centro storico di Modena sia per la sua vicinanza al Duomo sia per il suo profilo devozionale, storico e artistico, all’associazione Modena Musica Sacra: l’obiettivo del comune modenese è quello di valorizzare maggiormente questo piccolo gioiello storico, religioso ed artistico quale è la chiesa del Voto, affidando all’associazione le attività musicali e garantendo il libero accesso ai fedeli e al pubblico in orari prestabiliti.

La struttura sarà concessa gratuitamente, e il Comune di Modena si farà carico del pagamento delle utenze e della manutenzione ordinaria e straordinaria.
L’accordo avrà una durata di dieci anni, con la possibilità di essere prorogato — previo accordo tra le parti.

Ancora una volta l’autorità civile riesce a fare meglio dell’autorità (?) religiosa.

Quanto al resto, non possiamo che augurare a questi ai professionisti di Modena Musica Sacra ogni benedizione, affinché, attraverso l’arte sacra, rimangano saldi nella Fede e fermi nella Speranza.

Chi volesse aiutarli intanto, in qualsiasi maniera, oltre a non mancare ad almeno uno dei due appuntamenti per il prossimo fine settimana, può certamente prendere contatti con la direzione dell’associazione medesima attraverso i canali social e attraverso gli indirizzi facilmente rintracciabili.
Cristiano Lugli

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