giovedì 23 settembre 2021

Nuove accuse di Bergoglio contro i fedeli del rito tridentino

Nella nostra traduzione da Famille chretienne prendiamo atto delle dichiarazioni di Bergoglio durante lo scambio a porte chiuse con i gesuiti slovacchi dello scorso 12 settembre, appena reso pubblico, durante il quale, riferendosi al motu proprio Traditionis custodes, ha fustigato “l'ideologia del ritorno indietro” come “sofferenza per la Chiesa”. Pensavo di far seguire mie chiose ineludibili alle dichiarazioni, false e strumentali (non  posso esimermi dal definirle di una malafede ripugnante); ma le riprenderò in un apposito articolo.

Il tema è, per Papa Francesco, quello della “tentazione di tornare indietro”, e che lui definisce “una ideologia che colonizza le menti”, anche se ammette che “non è un problema davvero universale, ma piuttosto specifico della Chiese di alcuni Paesi”. Papa Francesco sottolinea che “la vita ci fa paura”, e anzi “la libertà ci fa paura”, specialmente “in un mondo così condizionato dalle interdipendenze dalla virtualità”.
E così, oggi si torna al passato “per cercare sicurezze”, mentre “fa paura andare avanti nelle esperienze pastorali”. Fa degli esempi, il Papa. Ricorda al lavoro fatto la Sinodo sulla famiglia “per far capire che le coppie in seconda unione non sono già condannate all’inferno”, così come fa paura “accompagnare gente con diversità sessuale”.

Una nuova doccia fredda per chi ancora sperava che papa Francesco tornasse sui provvedimenti del suo Motu proprio Traditionis Custodes, che limita drasticamente l'uso della messa tridentina. Il Sommo Pontefice ha rivolto loro nuove e particolarmente esplicite critiche durante il suo scambio con i gesuiti slovacchi del 12 settembre durante il suo viaggio nel Paese. Se questa discussione informale si è svolta a porte chiuse, lo scambio è stato reso pubblico proprio il 21 settembre da La Civiltà Cattolica, secondo la prassi.

Per il Papa la “tentazione di tornare indietro” è la “sofferenza della Chiesa in questo momento”. Questa “ideologia di tornare indietro nel tempo sta colonizzando le menti delle persone. È una forma di colonizzazione ideologica. Non è proprio un problema universale, ma piuttosto specifico delle Chiese di certi Paesi”, ha precisato. Per il Papa, questa ideologia è generata da una “paura” della libertà. “La libertà ci spaventa. In un mondo così condizionato dalle dipendenze e dalla virtualità, abbiamo paura di essere liberi”. Durante il suo viaggio in Ungheria e Slovacchia il Vescovo di Roma ha evocato più volte questa paura della libertà, prendendo ad esempio il Grande Inquisitore di Dostoevskij, che rimprovera a Cristo di aver lasciato liberi gli uomini, complicando così loro la vita. Citando ancora una volta questo esempio ai gesuiti, il Papa prosegue, accennando alla reazione dei seguaci della messa tridentina: “Per questo oggi si guarda al passato: per cercare sicurezza.”

L'attrazione dei giovani sacerdoti per la Messa tridentina, una “regressione”

Il Papa arriva addirittura a presentare la celebrazione della Messa di spalle al popolo (tipica della Messa tridentina ma può esistere anche nella forma cosiddetta “ordinaria”) come frutto di un timore: “Noi abbiamo paura di festeggiare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità”.

Il Sommo Pontefice è particolarmente preoccupato per il fatto che oggi giovani sacerdoti, “dopo un mese di ordinazione, si rechino dal vescovo per chiedergli” di celebrare la messa tridentina. Per lui questo fenomeno “indica che siamo in fase di regressione” . Racconta la storia di due giovani sacerdoti che vanno a trovare un cardinale per ottenere l'autorizzazione a celebrare secondo il rito preconciliare. Questi ha loro risposto: “Ma ci sono tanti ispanici nella diocesi! Studia lo spagnolo così puoi predicare. Poi […] ti dirò quanti vietnamiti ci sono nella diocesi e ti chiederò di studiare il vietnamita. Allora […] ti darò anche il permesso di studiare il latino”. E il Papa compiaciuto: “Li ha riportati sulla terra”.

Spero ora che con la decisione di porre fine all'automatismo del vecchio rito, si possa tornare alle vere intenzioni di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II”, ha detto Papa Francesco. Ricorda che la sua decisione di scrivere questo motu proprio “è il risultato di una consultazione fatta lo scorso anno con tutti i vescovi del mondo”. Ciò non impedisce che la gravità delle misure adottate provochi un grande effetto di sorpresa e incomprensione in molti paesi, in particolare in Francia.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

2 commenti:

  1. Il Modernismo ha indotto un lavaggio del cervello talmente radicale che si può paragonare agli effetti delle più autoritarie dittature. Una ottusità mentale senza eguali, in base alla quale tutto ciò che rappresenta il passato è vecchio e brutto, senza alcun discernimento nulla!

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  2. Si prende gioco dei fedeli e dei cattolici, li odia. Quella storiella (inventata e inverosimile come tutte le storielle di Bergoglio) ha un ragionamento ridicolo, che però è quello della Chiesa postconciliare: è più importante la pastorale e approcciare uomini che celebrare la Messa e rapportarsi con Dio. In tal modo cosa ha la Chiesa da offrire all'uomo? Nulla.

    La cosa più incredibile è che quest'uomo prende in giro allegramente, insulta, calunnia senza che nessuno lo riprenda o alzi ciglio. Non serve a nulla lamentarsi, lo fa solo sentire più potente e diventare più arrogante. Va denunciata la sua tirannia in quanto tale, e i vescovi (pecoroni) si faranno qualche domanda sul vento che tira.

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