giovedì 26 gennaio 2023

Concetto di sostanza soppiantato dal concetto di relazione come categoria fondamentale di tutto il reale. Nuovo compito per la filosofia cristiana?

Dalle segnalazioni dei lettori, lo stralcio significativo da uno dei testi (“Il significato della comunione”) raccolti nel libro postumo di Joseph Ratzinger presentato qui. In soldoni, il fondamento della devastazione del concetto aristotelico di sostanza sta nello scientismo nichilista della filosofia contemporanea che, se non ben governato in campo teologico, rischia di divenire ulteriore forma di modernismo. Avvertiamo dunque la necessità di recuperare i concetti-chiave della metafisica per non acquisire comprensioni distorte o pressappochiste di elementi fondanti della nostra fede. Pensiamo ad esempio al termine transustanziazione, così adeguato a designare la "conversione mirabile e singolare" del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo introdotto dal Concilio Tridentino e che oggi troppi chierici e pastori anche di alto rango considerano attinto al linguaggio di una filosofia superata e quindi da ritenersi inattuale. Ne vediamo le nefaste conseguenze proprio nella Liturgia, fons et culmen della fede e della vita cristiana, e ci riappropriamo della definizione ma soprattutto della comprensione corretta di ciò che è, che accade e dispiega i suoi effetti mirabili per noi che confessiamo che, in virtù della potenza di Cristo e dell'opera dello Spirito Santo, l'identità del pane e del vino viene realmente mutata nell'identità del Corpo Sangue Anima e Divinità del Signore. 
Circa i concetti-chiave da recuperare in relazione al testo in esame chiedo l'aiuto di Paolo Pasqualucci e alla sua specifica competenza, per sviluppare un adeguato commento ad hoc (M.G.).

Concetto di sostanza soppiantato dal concetto di relazione
come categoria fondamentale di tutto il reale.
Nuovo compito per la filosofia cristiana?

In questo brano tratto dal saggio inedito “Il significato della comunione” (2018), pubblicato nell’ultima raccolta di scritti di Benedetto XVI “Che cos’è il cristianesimo. Quasi un testamento spirituale” (2023, p. 135), Ratzinger rileva come, nella spiegazione della transustanziazione, ovvero della trasformazione eucaristica del pane e del vino, la categoria filosofica della “sostanza” abbia costituito un riferimento consolidato della tradizione filosofica aristotelica che contribuiva a rendere intellegibile il mistero eucaristico.


Egli rileva, tuttavia, come, con la scienza e la filosofia moderna, che sui metodi della scienza ha sviluppato la propria riflessione, il concetto di sostanza sia stato soppiantato dal concetto di relazione come categoria fondamentale di tutto il reale (qui il tedesco Ratzinger ha senz’altro in mente il celebre saggio di Ernst Cassirer “Il concetto di sostanza e il concetto di funzione” (1910), anche se non lo cita).
Da questo mutamento Ratzinger riconosce il porsi di “un nuovo compito per la filosofia cristiana”.
Ebbene, in passi come questi si comprende la modernità e la creatività della teologia di Ratzinger.
Certe frange tradizionaliste ne stigmatizzano l’eterodossia in considerazione del suo discostarsi dal paradigma “neotomista” (che sul concetto aristotelico di sostanza si radica).
Ma è questa un’operazione rozza e arbitraria, che fa di una particolare filosofia il metro di misura dell’ortodossia teologica.
Anche perché, se guardiamo alla storia della teologia, accanto a San Tommaso troviamo anche San Bonaventura.
Ed è in continuità con la teologia cristocentrica di San Bonaventura (punto di riferimento fondamentale nella biografia scientifica sia di Guardini che di Ratzinger) che la teologia, moderna ma non modernista, di Ratzinger si pone in creativa continuità. (Cit. Antonio Caragliu)

1 commento:

  1. DIO, IPSUM ESSE SUBSISTENS È Sostanza infinitache mostra la sua essenza nell',amore, quindi nella Relazione, se neghiamo la sostanza neghiamo anche la relazione...infatti la possibilità di relazione è l'essere il niente non si relaziona

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