Avrei tanto da dire su quanto apprendiamo dall'articolo ripreso di seguito. Invece di riportarlo integralmente avrei voluto estrarre le citazioni dei punti significativi e integrarle con le mie considerazioni; ma la situazione contingente di questo momento non me lo consente. Tuttavia il blog è pieno di riflessioni e approfondimenti sui temi affrontati. Vi prego quindi di usare le parole chiave del motore interno per trovare quanto possa essere utile a ovviare al deficit del mio solito impegno di sintesi. Ma mi aspetto le vostre osservazioni e vi chiedo preghiere...
Il Papa esorta i teologi ad «andare oltre»
In occasione dell’incontro del 14 novembre 2022 con i membri della Commissione Teologica Internazionale, creata da Paolo VI nel 1969, Papa Francesco si è espresso sulla «fedeltà creativa alla Tradizione». Egli ha esortato ad «andare oltre» nella ricerca.
Uscendo più volte dal suo discorso, il Papa ha distinto il teologo dal catechista. La missione di quest’ultimo è «dare la dottrina giusta, la dottrina solida, non le eventuali novità». Ha ingiunto di non insegnare mai ai bambini «nuove dottrine che non sono sicure».
Quanto al teologo egli «rischia di andare oltre», perché «cerca di spiegare meglio la teologia», ha proseguito il Papa. E toccherà «al Magistero fermarlo» se necessario, ha aggiunto. Francesco ha raccomandato ai professori di teologia di impartire lezioni che «provochino stupore in chi le segue». E ha dato tre direttrici di marcia.
Un grande pericolo: il ritorno all’indietro
Il Papa ha indicato che la prima direttrice di marcia è quella della fedeltà creativa alla Tradizione. Si tratta di «assumere con fede e con amore e di declinare con rigore e apertura l’impegno di esercitare il ministero della teologia – in ascolto della Parola di Dio, del sensus fidei del Popolo di Dio, del Magistero e dei carismi, e nel discernimento dei segni dei tempi – per il progresso della Tradizione apostolica, sotto l’assistenza dello Spirito Santo».
Si tratta, ha precisato il Papa, di evitare «un grande pericolo, che è andare in un’altra direzione: l’“indietrismo”. Andare indietro. “Sempre è stato fatto così”». E si è riferito come esempio ad «alcuni movimenti, movimenti ecclesiali», rimasti « fissi in un tempo, in un indietro».
Essi, ha spiegato il Papa, si oppongono alla regola della crescita e «l’indietrismo li porta a dire che “sempre è stato fatto così, è meglio andare avanti così”, e non ti lascia crescere. Su questo punto, voi teologi pensate un po’ a come aiutare».
Approfondire il Vangelo
Il successore di Pietro ha poi incoraggiato i teologi a cogliere «l’opportunità, al fine di realizzare con pertinenza e incisività l’opera di approfondimento e di inculturazione del Vangelo, di aprirsi con prudenza all’apporto delle diverse discipline grazie alla consultazione di esperti, anche non cattolici».
Nella collegialità
Ed infine ha concluso «I temi affidati alla vostra attenzione e perizia rivestono grande importanza in questa nuova tappa dell’annuncio del Vangelo che il Signore ci chiama a vivere come Chiesa a servizio della fraternità universale in Cristo».
Nella collegialità
«La terza direttrice, infine, è quella della collegialità. Essa acquista particolare rilevanza e può offrire uno specifico contributo nel contesto del percorso sinodale, in cui è convocato tutto il Popolo di Dio», ha detto il Papa.
Il Papa ha anche suggerito di aumentare il numero delle donne «non perché siano di moda, ma perché hanno un pensiero diverso dagli uomini e fanno della teologia qualcosa di più profondo e anche di più “saporito”».
Attualmente la Commissione conta cinque donne, tre religiose e due laiche, tra la trentina di teologi che la compongono.
Stupore, fedeltà creativa alla tradizione, inculturazione, collegialità, teologia femminile … ecco i cliché di tutti i Sommi Pontefici postconciliari.- Fonte
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